Valeria Biotti, giornalista, autrice e sociologa, narra Frida Kahlo, offrendoci un racconto distaccato, quasi un “reportage”, lasciando che siano i personaggi a descrivere se stessi: Frida, attraverso la cronaca dei suoi autoritratti, Diego Rivera, attraverso lo sguardo di Frida.
L’autrice ne parla durante l’ultima conferenza del ciclo dedicato alla pittrice messicana, nell’ambito della mostra “Frida Kahlo. Il caos dentro“, a Trieste, presentando un’inusuale biografia dell’iconica artista dal titolo “Frida Kahlo. Strappi, voli e bizzarrie. Una vita oltre”. È una narrazione a più voci, mai romanzata, in cui l’autrice presenta elementi oggettivi astenendosi dall’assumere una posizione personale, ma lasciando che le ragioni di ognuno prendano corpo e si manifestino.
Senza un “buono” né un “cattivo”. Utilizzando la testimonianza epistolare delle lettere scritte da Frida stessa, l’autrice lascia parlare i personaggi più importanti coinvolti nella vita dell’artista messicana, dal marito e mentore Diego Rivera a Leo Eloesser, medico che, negli Stati Uniti, la prende in cura e ne diviene amico e confidente. Ne emerge un mosaico di relazioni sovente contrastate, in cui spicca la fortissima personalità della pittrice, costantemente impegnata a battersi per superare i limiti che il suo precario stato fisico le impone. Sono battaglie sul piano personale, nel difficile rapporto con Diego Rivera, affermato pittore dell’epoca e personaggio di prima grandezza nel contesto politico del Messico rivoluzionario. E sono battaglie in nome dell’affermazione del proprio diritto a un’esistenza normale, quando il gravissimo incidente stradale subito durante l’adolescenza e le sue infinite, dolorose conseguenze sembravano minarne irrimediabilmente ogni possibilità.
Lo slancio verso la pittura, attraverso una cospicua serie di autoritratti, che nasce in Frida come necessità di raccontare la propria evoluzione, nel letto in cui resterà convalescente per lunghi mesi, la porta a una rappresentazione della donna che tiene in conto solo la propria sofferenza e si disinteressa dello sguardo maschile: l’artista è sola con il suo dolore.
Frida pittrice, dunque, ma anche Frida impegnata politicamente per l’affermazione e la rivalutazione delle donne messicane e dei loro valori tradizionali. Frida che non si pone limiti e a cui, soprattutto, nessuno può imporre divieti o indicazioni di vita. Frida che diventa visceralmente femminista, pur rimanendo in forte antitesi con le proprie convinzioni, per essere totalmente sottomessa a Diego.
La ricca bibliografia che completa il testo, la molteplicità degli aspetti della vita dell’artista presi in esame – incluso un preciso inquadramento storico e politico delle vicende che la riguardano -, l’indagine meticolosa sui risvolti più intimi della sua vita e della sua personalità, oltre che sulle caratteristiche della sua pittura, rendono la lettura affascinante e arricchente in un affresco meticolosamente delineato.
L’incontro è stato realizzato con il contributo della Fondazione CRTrieste e del Comune – Assessorato alle politiche della cultura e del turismo. Si è svolto nella cornice del Salone degli Incanti di Trieste, lo stesso che ospita, dal mese di marzo scorso, la mostra “Frida Kahlo. Il caos dentro”, aperta fino al 21 agosto 2022.
(Nella foto, un particolare dello Studio di Frida Kahlo alla Casa Azul, oggi sede del Museo Frida Kahlo)