Gli interrogativi in Variazioni enigmatiche hanno un particolare rilievo. Come lo hanno emozioni e sentimenti. Amore, menzogna, paura, dolore si susseguono, alternati con più sorprese per il pubblico del Teatro Menotti a Milano.
Questo adattamento del testo di Éric-Emmanel Schmitt curata da Glauco Mauri gioca molto sull’ironia, tra battute brillanti e risposte fulminanti, risultato del cinismo ben poco mascherato di Abel Znorko, Premio Nobel per la Letteratura (Glauco Mauri). Che per sfuggire agli esseri umani si è rintanato in un’isola sperduta nel mare della Norvegia. Qui lo raggiunge un giornalista di un piccolo giornale locale (Roberto Sturno), deciso a intervistare l’autore di una ventina di romanzi. Soprattutto gli interessa l’ultimo, un carteggio d’amore tra un lui e una lei. Il libro è dedicato a H. M. E’ l’inizio della storia, che naturalmente non raccontiamo. Salvo dire che le emozioni sono assicurate.
Si moltiplicano anche enigmi e interrogativi: perché il giornalista ha voluto questa intervista? Perché il Premio Nobel, che non aveva mai voluto incontrare dei giornalisti, ha accettato di essere intervistato da Erik Larsen? Perché il suo registratore è privo di batterie? Come mai Abel Znorko conosce così bene la città in cui vive Larsen? Le risposte, più di una, alla fine ci saranno.
Una storia intrigante. Che la regia di Matteo Tarasco concorre a rendere ancora più attraente. Tutta basata sul dialogo tra i due, soli in scena, riesce a rendere anche fisicamente il rimpallo verbale, grazie al loro frequente muoversi tra le poltrone del soggiorno dello scrittore. Alle spalle la luce lentamente scompare attraverso le tende del finestrone. Perché quello è il giorno in cui inizieranno i sei mesi di buio, dopo i sei di piena luce.
Insieme a luci e scenografia i suoni hanno un particolare rilievo. Prima di tutto la musica, bella, che si ascolta spesso. Il titolo della pièce viene infatti dalle Variazioni Enigmatiche (Enigma Variations) di Edward Elgar. Sono delle variazioni su una melodia famosissima, che nessuno ha mai riconosciuto. In scena sono come un fil rouge, perché anche l’amore appare con molte variazioni. E poi i colpi di pistola, che assumono un significato sempre più pregnante.
Una alchimia perfetta dunque. Che fa sì che la pièce, anche se già vista più volte, mantenga inalterato il suo fascino e la capacità di suscitare emozioni.
(nella foto di Manuela Giusto, Glauco Mauri e Roberto Sturno, protagonisti di Variazioni Enigmatiche)
Variazioni Enigmatiche
Di Éric-Emmanuel Schmitt
Con Glauco Mauri e Roberto Sturno
Regia Matteo Tarasco
Traduzione e adattamento Glauco Mauri, Scene e costumi Alessandro Camera, Musiche Vanja Sturno, Luci Alberto Biondi
Durata dello spettacolo: 50’ I atto, 40’ II atto, più intervallo
Produzione Compagnia Mauri Sturno
A Milano, Teatro Menotti dal 9 al 14 maggio 2023